Legame tra batteri intestinali e sopravvivenza dopo trapianto di cellule staminali
Uno studio ha mostrato che la varietà dei batteri che si trovano nel tratto gastrointestinale dei pazienti che si sottopongono a trapianto allogenico di cellule staminali può aiutare a predire la sopravvivenza post-trapianto.
Una precedente ricerca aveva dimostrato che l’intenso trattamento associato al trapianto di cellule staminali allogeniche può danneggiare la flora intestinale del ricevente il trapianto, riducendo la sua diversità complessiva e aumentando la probabilità di complicanze post-trapianto.
Tuttavia, non era noto se i batteri intestinali fossero in grado di predire la sopravvivenza tra i pazienti sottoposti a trapianto.
L'analisi ha incluso 80 pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali.
Sono stati analizzati campioni di feci raccolti entro 7 giorni dall’attecchimento delle cellule staminali.
Sono state caratterizzate le sequenze del gene 16S rRNA dei batteri e utilizzato l’inverso dell'indice di Simpson per stimare la diversità microbica.
I risultati hanno mostrato che 26 pazienti ( 32.5% ) presentavano grande diversità del microbiota intestinale, 20 ( 25% ) avevano diversità intermedia e 34 pazienti ( 42.5% ) avevano bassa diversità.
Il follow-up è continuato fino a 3 anni o al decesso del paziente.
I risultati hanno mostrato livelli di diversità del microbiota correlati ai risultati di sopravvivenza.
E’ stata riportata una sopravvivenza globale a 3 anni del 36% tra quelli con la più bassa diversità dei batteri intestinali, il 60% tra quelli del gruppo con diversità intermedia e il 67% tra quelli del gruppo con diversità elevata ( P=0.019 ).
Dopo aggiustamento per altri predittori clinici, la bassa diversità del microbiota intestinale è risultata significativamente associata a maggiore mortalità trapianto-correlata ( hazard ratio aggiustato, aHR= 5.25, P = 0.014 ).
Questi risultati sottolineano ulteriormente l'importanza del microbiota intestinale nel trapianto allogenico di cellule staminali.
L’obiettivo è quello di migliorare gli esiti, preservando la diversità del microbiota intestinale.
Una possibile strategia è quella di trovare il modo di eseguire trapianti in modo da minimizzare i danni alla flora intestinale.
Un altro approccio sarebbe quello di introdurre nell'intestino microbi benefici. ( Xagena2014 )
Fonte: Blood, 2014
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